L'infinito tra Passione e Ragione, a Leopardi da Socrate a Platone a Shakespeare

Recanati. Il FAI (Fondo Ambiente Italiano) apre al pubblico, dopo un attento restauro, l’Orto sul colle che ispirò a Giacomo Leopardi il celeberrimo idillio composto nel 1819Sito Blog Leopardi

L’Infinito affidato ai giovani

Andrea Carandini

Ho rivolto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella le parole che ho mandato, subito dopo, ai giovani del FAI, legando l’inaugurazione dell’Orto sul Colle dell’Infinito quale Bene del FAI alle prossime Giornate FAI di Autunno, che proprio ai nostri giovani sono affidate. Non prima però di aver ringraziato il Presidente per aver accettato l’invito che io e il vicepresidente del FAI Marco Magnifico gli abbiamo rivolto qualche mese fa a presenziare alla cerimonia inaugurale. Grazie Presidente per questa presenza, che suggella, come meglio non si poteva, il bicentenario del L’ Infinito.

Carissimi giovani, cosa vi è oggi di più adatto a voi che il Leopardi ventunenne del 1819? Ma sono passati due secoli, direte voi... Appunto! Sta nel passato l’accumulo di civiltà sul quale possiamo ancora oggi reggerci se lo salvaguardiamo, ed avanzare nel futuro, dopo il tragicomico trionfare del presente strappato alle sue radici.

Sito Blog Infinito LeopardiDa Socrate e Platone si è pensato che se vi era qualcosa di divino negli umani – perfino negli schiavi, hanno pensato gli Stoici –, stava nella ragione, che da centomila anni distingue ogni homo Sapiens dagli altri animali e che costituisce la matrice della libera scelta morale. Sensazioni, sentimenti ed emozioni apparivano, al contrario, propri di una natura animalesca, per la loro propensione all’eccesso.

Ma alla fine del Settecento in Germania è scoppiato il movimento culturale chiamato Sturm und Drang, cioè «tempesta e assalto». Era una reazione all’Illuminismo, che si è basata sulla scoperta di come genio universale, considerato solo pochi anni prima un barbaro, per esempio da Voltaire. Era l’anticamera del Romanticismo, che per la prima volta poneva al centro dell’umano il calore dell’immaginazione e dei sentimenti.

Pochi anni dopo, un giovane nobile di Recanati, passeggiando tra il palazzo avito e il vicino orto delle monache ormai abbandonato, ha pensato in poesia l’idillio de L’Infinito. In pochi versi ha condensato questo sentimento rivoluzionario: vi era una compensazione all’infelicità umana e stava nella capacità d’immaginare e sentire in sé l’infinito, stando al di qua di una siepe che impediva la vista di un grandioso paesaggio. All’infinito si poteva accedere dando spazio alla fantasia, alle sensazioni e alle emozioni, che sorrette da una avveduta dose di ragione, consentono all’uomo di creare un proprio mondo, solcato anche da sprazzi di felicità.

Secondo Leopardi, una parte dell’Europa era troppo gravata da una gelida ragione: quella dei popoli meridionali europei che si erano allontanati dalla grandezza degli antichi di cui erano i più diretti eredi. Era venuto il tempo di guardare ai popoli nordici, i Romani della modernità, capaci di essere di nuovo caldi nello spirito (Discorso sopra lo stato presente dei costumi degli Italiani, 1824).Sito Blog Leopardi Giovani

Così Leopardi ha capovolto, d’un colpo, la gerarchia tra le due funzioni mentali, intronizzando il sentimento al posto del ragionamento, la poesia al posto della filosofia, in ciò più filosofo dei filosofi, perché ha spinto la ragione oltre sé stessa, gettando luce nelle zone oscure dell’uomo, non ancora indagate.

Agli inizi dell’Ottocento il rapporto tra le due funzioni mentali, quella che tende all’infinito - cioè il sentimento - e quella che lo riporta al finito – cioè la ragione – andava con forza riequilibrato, per recuperare la spontaneità poetica degli antichi nel secolo più meccanico, industrioso e pensieroso che la storia avesse conosciuto.

Cari giovani, spero che questa riflessione - letta per la prima volta al nostro amato Presidente della Repubblica Sergio Mattarella il 26 settembre di questo anno - possa spingervi ad avvalervi, nelle prossime Giornate FAI di Autunno di cui siete gli animatori, di emozioni e di ragione, temperandole al meglio fra di loro. Emozioni e ragione sono realtà antinomiche, ma costituiscono l’acceleratore e il freno indispensabili al muoversi della vita umana.

Infinito e finito competono tra loro per ridurre il cattivo, il brutto, il servile, l’ingiusto, il menzognero, l’avido e l’irresponsabile nella società: ecco il fine che vi propongo - pensando ai destini ambientali, paesaggistici, storici e artistici dell’Italia -, grato per il rilevante e generoso sussidio che recate alla nostra Repubblica, tramite il FAI, come chiede l’articolo 118 della Costituzione, Comma 4: «Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà».

Presidente del FAI

Fondo Ambiente Italiano

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Da Il Sole 24 Ore domenica – 29 SETTEMBRE 2019

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- 8 maggio 2014

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