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Antichi mestieri, rischio estinzioneArtigianato 03

Cna: «Poco attrattivi per i giovani». Ma c’è chi resiste: ecco le storie

CRONACA FIRENZE

di ROSSELLA CONTE

UN TEMPO c’erano l’arrotino, il calderaio, lo stagnino o i canestrai. Antichi mestieri che si tramandano di generazione in generazione ma che ora sono a rischio estinzione perché considerati poco attrattivi per i giovani. Secondo un’indagine svolta da Cna sulla base del Registro nazionale delle imprese storiche sono solo 112 le aziende nella città metropolitana, per la precisione 35 nell’agricoltura, 28 nel commercio, 18 nell’artigianato, 17 nell’industria e 14 nei servizi. «L’artigianato soffre di scarsa attrattività verso i giovani e di difficoltà nel ricambio generazionale» spiega Fabrizio Cecconi, direttore generale di Cna Firenze. Infatti, le imprese attive nel settore dei mestieri più antichi, come per esempio intaglio del legno o lavorazione del vetro, continuano ad esistere ma hanno vita non facile. Un’indagine della Camera di Commercio di Milano ne ha contate, nel 2018, 7.142 a Firenze che danno lavoro a 13.222 addetti con un business di 737 milioni all’anno. «I dati in Italia e in Toscana sono in calo – prosegue Giacomo Cioni, presidente Cna Firenze – mentre a Firenze, rispetto allo scorso anno, resta stabile. La strada però è tutta in salita». Ma ci sono anche aziende che ce la stanno mettendo tutta e che resistono nonostante le difficoltà grazie a strategie di diversificazione e internazionalizzazione. E’ il caso della Giusto Manetti Battiloro: l’impresa, a conduzione familiare (Bernardo, Lorenzo, Jacopo, Niccolò, Bonaccorso e Angelica Manetti costituiscono la 15ª generazione), produce foglie d’oro e d’argento seguendo i metodi di una volta ma, allo stesso, utilizzando tecnologie tra le più all’avanguardia nel mondo. Oggi hanno con 130 dipendenti e 27 milioni di fatturato. I Pestelli sono un’altra famiglia che fa scuola: la storia inizia nel 1908 quando Edoardo Pestelli dà vita a quella che, attraverso i figli Luigi e Francesco, il nipote Luigi fino ad arrivare al bisnipote Tommaso, è diventata la Pestelli Creazioni. Una gioielleria con la G maiuscola che oggi esporta le sue creazioni in tutto il mondo da Parigi a New York. Una passione che si tramanda di padre in figlio anche quella di Fedeli Restauri: sono restauratori dal 1899 quando Fedele Fedeli aprì il laboratorio che, passando al figlio Luigi, poi al nipote Andrea e quindi al pronipote Tommaso, è oggi la Fedeli Restauri. Quattro generazioni e oltre un secolo di conservazione, restauro e valorizzazione di beni culturali: l’azienda nel 2010 ha partecipato persino all’Expo di Shanghai e nel 2015 all’Expo di Milano in quanto Eccellenza del restauro in Italia. Con 5 milioni di immagini è uno degli archivi più importanti al mondo, tutelato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali: l’Archivio storico Foto Locchi. Tutto inizia nel 1924 con il fotografo Tullio Locchi. Dopo la sua morte a proseguire l’attività sono la vedova con un collaboratore, Silvano Corcos che ben presto fa sì che la bottega si affermi come «fotografo ufficiale» della città. Da Silvano alla figlia Deanna con il marito Giampaolo Ghilardi e da loro, oggi, alla figlia Erika: la storia continua.

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Da La Nazione del 21 marzo 2019 – Cronaca di Firenze

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Artigianato 02 ALBEROÈ boom per la manifattura: in 5 anni crescita del 63,8%

CATERINA MACONI

Diecimila persone sono state assunte in aziende manifatturiere milanesi dal 2012 al 2017. Un incremento del 63,8% che mostra come il comparto stia vivendo un momento storico positivo, nonostante le difficoltà dell’economia italiana. Entrando nello specifico: le attività manifatturiere hanno prodotto 5.400 posti di lavoro nel 2017, erano 4.800 nel 2014. Un segno più importante, anche perché la manifattura ha compiuto importanti passi nell’ultimo decennio, sotto il segno dell’innovazione e supportata dalla tecnologia. Tecnologia che quindi non ha sottratto occupazione ma ha giocato il ruolo di driver, in grado invece di crearla. Sono alcuni dei dati emersi nello studio del Centro studi Pim e di Stefano Micelli, presidente dell’advisory board Manifattura Milano, spiegati ieri a Palazzo Marino durante l’incontro di presentazione del 'Manifattura Milano camp', che si terrà domani negli spazi di via D’Azeglio 3 dalle 11 alle 19 nell’ambito della Milano Digital Week. Un appuntamento voluto dall’amministrazione in collaborazione con Milano Luiss Hub dove saranno messe a confronto le esperienze e le storie di botteghe storiche, nuovi artigiani digitali, designer, FabLab e imprenditori 4.0 per testimoniare e promuove le opportunità offerte dalla manifattura digitale. Che è una manifattura nuova, che si distanzia molto da quella del passato: è connessa con il mondo della cultura, del turismo e del commercio, intreccia nuove relazioni con il consumatore e con il territorio, potendo fare leva sul turismo e sulla presenza di fiere ed eventi. E che punta sulla tecnologia grazie a forti link con la ricerca e con i makerspace e 'FabLab' cittadini.

«Manifattura Milano camp si inserisce nella più ampia strategia dell’amministrazione per incentivare il ritorno della manifattura leggera in città con l’obiettivo di creare buona occupazione», ha commentato ieri alla presentazione dell’evento l’assessore al Lavoro Cristina Tajani. Non tutte le imprese manifatturiere italiane si sono già adeguate alle opportunità offerte dalla tecnologia. Ieri hanno portato la loro testimonianza tre realtà milanesi che stanno vivendo fasi diverse del percorso di affiancamento tecnologico: la gioielleria Rino Merzaghi del 1870, legata alla tradizione dell’alto artigianato e abituata a Artigianato 01 testa orologirealizzare creazioni con macchinari che risalgono all’Ottocento, si sta affacciando ora a questo mondo. Storia diversa per Fontana Milano 1915, attiva nella pelletteria, che da tempo fa affidamento sull’innovazione. E per SuperForma, specializzato nella creazione di prototipi e artefatti di grandi volumi mediante la stampa 3D. Manifattura Milano Camp ospiterà anche l’Official Arduino Day 2019, il compleanno di Arduino, la piattaforma open – source che ha sviluppato un metodo di apprendimento basato sul fare e mirato a rendere accessibili le tecnologie più complesse.

Le attività milanesi del comparto hanno prodotto 5.400 posti di lavoro nel 2017, erano 4.800 nel 2014 La tecnologia non ha sottratto occupazione, anzi è stata un volano per lo sviluppo delle realtà storiche e per quelle di nuova concezione

LO STUDIO

Da domani scatta 'Manifattura Milano camp', negli spazi di via D’Azeglio 3, dalle 11 alle 19 Un appuntamento voluto da Comune e Milano Luiss Hub nell’ambito della Milano Digital week

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Da Avvenire del 15 marzo 2019

Chirping:

Chirping: La tecnologia sostitutiva del lavoro umano: uno stereotipo superato dall’esperienza che si forma nel presente per trasmettere la conoscenza

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- 8 maggio 2014

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