La chiarezza e la superficie apparentemente univoca
Ad un certo punto della sua lunga, tortuosa storia di scrittore, Calvino si accorse di essere dominato da una passione retorica esclusiva, una passione cui si dedicò con una tacita, ostinata, schiva dev
ozione: la chiarezza. (…) La rivelazione della chiarezza era tutt'altra: la capacità, la vocazione fatale e vedere per l’appunto ciò che sta oltre, accanto attorno, dietro alla pagina: una pagina a più dimensioni, a infinite dimensioni, illusionistica, allucinatoria, enigmatica, ma sempre tale in virtù della chiarezza. Il modello di questa chiarezza è lo specchio: superficie apparentemente univoca, coerente, ma capace di ospitare una folla di immagini, tutte chiarissime, ansiose di essere nominate e descritte, ma impossibili, irraggiungibili al tatto: immagini, non cose.
Giorgio Manganelli
Postfazione a “Lezioni Americane” di Italo Calvino
Chirping: la Metafisica di Aritstotele: Μετά τα φυσικά - metà ta physikà, «dopo i libri di Fisica», ma anche «al di là delle cose fisiche» (IV secolo a.C.)