"Veramente parlare con Dio lo cambia. Veramente, il buon Dio deve essere qualcuno di molto grande se mio padre gli si inginocchi davanti, ma anche qualcuno di molto familiare se gli si può parlare con gli abiti di lavoro…”

La testimonianza riportata dal nipote Pierre Duval al seguente indirizzo internet: http://pierre.aime.duval.free.fr/priere.htm. La versione integrale di questa testimonianza si trova nel libro autobiografico di padre Dumal, Il bambino che giocava con la luna, San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 1998 (orig. 1983), p. 18.

 

Preghiera della sera

(Testimonianza di Aimé Duval)

Versione Originale (Traduzione di Armando Matteo)

Le Père Aimé Duval

La prière du soir

(Témoignage d'Aimé Duval)

J'étais le cinquième d'une famille de neuf enfants. Avant moi : Lucie, Marie, Hélène, Marcel; et après René, Raymond, Suzanne et André.

Dans cette famille, on ne m'a pas appris la piété expansive et démonstrative. Il n'y avait quotidiennement que la prière du soir, récitée en commun. Mais alors, de cela, je me souviens et me souviendrai jusqu'à mes yeux fermés.

«Ero il quinto di una famiglia di nove figli. Davanti a me: Lucie, Marie, Hélène, Marcel; e dopo di me: René, Raymond, Suzanne e André. In questa famiglia, non ho appreso la pietà in un modo espansivo e straordinario. C’era solo la preghiera quotidiana della sera, recitata insieme. Ma di essa mi ricordo bene e me ne ricorderò sino a quando i miei occhi non saranno definitivamente chiusi»

* * * *

Ma sœur. - Ma sœur Hélène récitait les prières, longues pour des enfants (un quart d'heure). Elle accélérait, elle bafouillait, elle prenait des raccourcis, jusqu'au moment où mon père lui disait en patois " Répoigne... Recommence...".

J'ai donc appris, à ce moment-là, qu'il fallait causer au Bon Dieu avec lenteur et sérieux et gentillesse patiente.

* * * *

«Mia sorella. Mia sorella Hélène recitava le preghiere, lunghe per dei bambini (un quarto d’ora). Accelerava, farfugliava, e prendeva delle scorciatoie sino al momento in cui mio padre le diceva in dialetto: “Riprendi… ricomincia…”. Ho perciò appreso, in quel momento, che era necessario parlare con il buon Dio con lentezza, serietà e pazienza gentile.»

* * * *

Mon père. - Ce qui m'émeut aujourd'hui, c'est de me souvenir de l'attitude de mon père. Lui qui était toujours fatigué par ses travaux de campagne ou de transport de bois, lui qui montrait sans honte qu'il était fatigué à son retour de travail, voilà, qu'après chaque repas du soir, il se mettait à genoux, les coudes appuyés sur le siège d'une chaise, le front dans les mains, sans un regard pour ses enfants autour de lui, sans un mouvement, sans tousser, sans s'impatienter. Et moi, je pensais "Mon père qui est si fort, qui commande sa maison, ses deux gros bœufs, qui est fier devant les mauvais coups du sort et si peu timide devant le maire et les riches et les malins, voilà qu'il se fait tout petit devant le Bon Dieu. Vraiment, ça le change de causer au Bon Dieu. Vraiment, le Bon Dieu doit être quelqu'un de bien grand pour que mon père s'agenouille, et de bien familier aussi pour qu'il lui cause avec ses habits de travail... "

Genitori Duval«Mio padre. Ciò che mi emoziona oggi è il ricordo dell’atteggiamento di mio padre. Egli che era sempre stanco per i suoi lavori nei campi o per il trasporto dei buoi, egli che mostrava senza vergogna che era stanco al ritorno dal lavoro, ecco che, dopo cena, si metteva in ginocchio, i gomiti appoggiati sul sedile di una sedia, la fronte tra le mani, senza alcuno sguardo ai suoi figli attorno a lui, senza un movimento, senza tossire, senza perdere la pazienza. E io pensavo tra me e me: “Mio padre che è così forte, che comanda la casa e i suoi due grandi buoi, che è fiero davanti ai rovesci della sorte e così poco timido davanti al sindaco, ai ricchi e ai malvagi, ecco che egli si fa così piccolo davanti al buon Dio. Veramente parlare con Dio lo cambia. Veramente, il buon Dio deve essere qualcuno di molto grande se mio padre gli si inginocchi davanti, ma anche qualcuno di molto familiare se gli si può parlare con gli abiti di lavoro…”.»

* * * *

Genitori Duvall 01Ma mère. -- Quant à ma mère, je ne l'ai jamais vue à genoux. Trop fatiguée, elle s'asseyait au milieu de la chambre, le dernier-né dans les bras, la robe noire jusqu'aux talons, ses beaux cheveux châtains déroulés sur son cou et tous les gosses autour d'elle, appuyés contre elle. Elle suivait, des lèvres, les prières d'un bout à l'autre, elle ne voulait pas en perdre une miette, elle les disait pour son compte.

«Mia madre. Quanto a mia madre, non l’ho mai vista in ginocchio. Troppo stanca, si sedeva al centro della stanza, con l’ultimo nato tra le braccia, la veste nera sino ai talloni, i suoi bei capelli castani sciolti sul suo collo e tutti i bambini intorno a lei, appoggiati a lei. Seguiva con le labbra le preghiere da un capo all’altro, non voleva perderne una briciola, le diceva per suo conto. »

* * * *

Le plus curieux, c'est qu'elle ne s'arrêtait pas de nous regarder, chacun sous son regard. Un regard plus long pour les petits. Elle nous regardait, mais elle ne disait jamais rien. Même pas quand les petits remuaient et chuchotaient, même pas quand le tonnerre claquait sur la maison, même pas quand le chat renversait une casserole.

Et moi, je pensais: "Vraiment, le Bon Dieu est bien gentil pour qu'on puisse lui causer avec un enfant dans les bras, avec son tablier de travail. Vraiment, le Bon Dieu est quelqu'un d'important pour que le chat ou le tonnerre n'ait plus d'importance. "

Les mains de mon père, les lèvres de ma mère, elles m'ont appris sur le Bon Dieu bien plus que mon catéchisme. Il est Quelqu'un, Il est Quelqu'un de proche. On ne lui cause bien que lorsqu'on a travaillé.

«La cosa più curiosa è che lei non smetteva di fissarci, ognuno di noi era sotto il suo sguardo. Uno sguardo più lungo per i più piccoli. Ci fissava, ma non diceva niente, anche quando i più piccoli si dimenavano e bisbigliavano, anche quando il tuono si abbatteva sulla casa, anche quando il gatto faceva cadere una pentola. E io pensavo tra me e me: “Veramente, il buon Dio è molto gentile se si può parlare con lui avendo un bambino tra le braccia e con addosso il grembiule di lavoro. Veramente, il buon Dio è qualcuno di importante se il gatto o il tuono non ne hanno affatto d’importanza”. Le mani di mio padre, le labbra di mia madre, sono queste cose che mi hanno insegnato sul buon Dio più che il catechismo. Egli è Qualcuno, è Qualcuno di vicino. Con lui si può parlare anche quando hai lavorato.»

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- 8 maggio 2014

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