Il Cristianesimo, un incontro con una Persona.

Benedetto XVI La rivelazione di Gesù non si pone come dottrina filosofica né come esperienza mistica, ma come la storia del Figlio dell’uomo che abita un frammento di tempo e di spazio per rendere tutto lo spazio e tutto il tempo storia di salvezza. «Il Verbo si è fatto carne» è la sintesi che il Vangelo di Giovanni propone per indicare dove cercare la verità di Dio.

La vita eterna è quindi quella vita che ha principio nella storia di Gesù, cioè nel suo essere “fatto carne”, corpo, tempo, agire, parlare, soffrire: uomo, insomma. In questa rivelazione, in questa promessa si rivela una caratteristica distanza rispetto al pensiero greco, in particolare dalla tradizione platonica, che insegnava l’immortalità dell’anima come prospettiva di salvezza e considerava il corpo una condizione di precarietà da cui evadere. La convinzione che la persona umana sia composta di anima e corpo, ma che la verità dell’uomo sia la sua anima, sopravvive in molte espressioni della storia del pensiero occidentale. Anche il cristianesimo ne è stato segnato anche se ha sempre conservato come indiscutibile la dottrina della “risurrezione della carne”.

L’insegnamento cristiano riconosce nella risurrezione il compimento della salvezza, cioè tutta la persona è salvata. Tutta la persona significa tutte le componenti con cui si può descrivere l’essere umano, secondo l’antropologia che si ritiene di assumere: anima e corpo, oppure anima, corpo e spirito, eccetera. Si comprende pertanto l’insistenza dei racconti evangelici nel raccontare la dimensione corporea delle apparizioni di Gesù risorto.

Come il pane e il vino «ricevendo la parola di Dio divengono Eucaristia, cioè il corpo e il sangue di Cristo, così anche i nostri corpi, che si sono nutriti di essa, sono stati collocati nella terra e vi si sono dissolti, risorgeranno al loro tempo, perché il Verbo di Dio donerà loro la risurrezione, per la gloria di Dio Padre» (Ireneo, Conto le Eresie, V,2,2). Perciò si può chiamare l’Eucaristia «medicina di immortalità», secondo la suggestiva espressione di Ignazio di Antiochia (Ef 20).

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Mario Delpini è Arcivescovo metropolita di Milano dal 7 luglio 2017 - Il Sole24Ore domenica 18 marzo 2018

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Così il cristiano può esprimere la scelta fondamentale della sua vita. All'inizio dell'essere cristiano non c'è una decisione etica o una grande idea, bensì l'incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva. Nel suo Vangelo Giovanni aveva espresso quest'avvenimento con le seguenti parole: « Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui ... abbia la vita eterna » (3, 16)

LETTERA ENCICLICA DEUS CARITAS EST DEL SOMMO PONTEFICE BENEDETTO XVI AI VESCOVI AI PRESBITERI E AI DIACONI ALLE PERSONE CONSACRATE E A TUTTI I FEDELI LAICI SULL'AMORE CRISTIANO

Introduzione § 1

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- 8 maggio 2014

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