Vino Barbera bio - Tre Secoli

Barbera Asti 2017 Cucina Definitiva Foto 02

La Cantina Tre Secoli nasce dalla fusione fra due cooperative vitivinicole: la Cantina Sociale di Mombaruzzo, sorta nel 1887 e la Cantina Sociale di Ricaldone, più recente e, comunque, con sessant’anni di storia.

I numeri non sono da poco: più di 450 soci conferitori, oltre 1200 ettari vitati di cui 440 coltivati a moscato, 340 a barbera e 160 a brachetto, che fanno della Cantina Tre Secoli il primo trasformatore di uve di proprietà della regione Piemonte; infine: last ma, ovviamente, not least, la cantina ha oltre 180.000 ettolitri di capienza per una produzione di che al 90% è DOC e DOCG.

Siamo nell’alto Monferrato tra i bacini dei fiumi Belbo e Bormida. In quella zona le piogge modeste e clima temperato custodiscono l’alveo di coltura della vigna, che affonda le sue radici in terreni formatisi da depositi marini dell’Era Terziaria, ricchi di limo e di carbonati ed il cui drenaggio è affidato alla pendenza sulla quale i vigneti docilmente si arrampicano sino a 450 metri sul livello del mare.

Accanto al fuoco di questo piovoso inverno («Chi, là dove la Bormida si getta nel Tanaro, arriva per la primaSoldati volta ad Alessandria, capitale di una delle sei province piemontesi, non è nemmeno sfiorato dal pensiero di Alessandria d’Egitto» Mario Soldati, I nuovi Racconti del Maresciallo), stasera stappiamo il Larame, Barbera d’Asti DOCG 2017, 100% barbera, a coltivazione biologica, ottenuta mediante lo stretto utilizzo di antiparassitari di origine naturale a base di rame, zolfo e pireto. Il colore, rosso rubino, lascia trasparire riflessi viola e porpora con sentori di mora e prugna. Al palato una buona struttura ed una, piacevole e sensibile, persistenza. Fermentato in acciaio inox a temperatura controllata, presenta una gradazione robusta a 13,50%

Lo abbiniamo alle parole di un grande narratore piemontese doc, Mario Soldati, autore de I Nuovi Racconti del Maresciallo: protagonista, Gigi Arnaudi, maresciallo, appunto, che, nell’omonimo sceneggiato diretto da Mario Soldati Stesso nel 1968, era intepretato da un gigante del teatro come Arnoldo Foà impegnato in cinque diversi episodi che mettono in evidenza tutta la vivace intelligenza applicata alle indagini ed al dovere dell'inquirente sempre pervaso da una non comune umanità («io credo che lei abbia commesso un grande errore, Comandante. Voglio dire, quando l'ha baciata. Nello stato d'animo in cui era, sua moglie si deve essere sentita come l'ultima delle donne. (....) Mah! Il cuore degli uomni lo vede solo Iddio.» In loving Memory – 2° dei cinque racconti).

Trecastagni panoramaMentre gustiamo, forse, allo stordimento generato in questi ultimi mesi dalle note di Bohémien Rapsody e dalle immagini del film che la racconta, senz’altro emozionanti, riusciamo a riassaggiare l’equilibrio (che è anche la dote principale dei grandi vini) di una novella il cui titolo presenta un'accidentale e curiosa assonanza nel titolo Loving Memory, ma che inizia nella più riservata Nizza Monferrato dove «su quella stessa piazza, c'è un albergo, chiamato Da Italo, dove l'unica sala terrena, amplissima e luminosa, di un elegante liberty, non potrebbe mai essere scambiata per una trattoria né tanto meno un'osteria ma soltanto per un lussuoso ristorante parigino» – In loving Memory» e si svolge in Sicilia nei pressi di Taormina.

Gustiamo .....

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In foto: Mario Soldati a destra ed una veduta di Trecastagni (CT) in basso a sinistra

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- 8 maggio 2014

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