Ci vuole profondità nono solo prospettiva . G. Mazzotta - IL TIRRENO 8 febbraio 2016

Giuseppe Mazzotta

IL TIRRENO

8 febbraio 2016

Ci vuole profondità nono solo prospettiva

 

Amava ripetere il Prof. Massimo Ermini, indimenticato maestro della Medicina Universitaria a Pisa, docente di fisiopatologia generale e, prima ancora, di patologia chirurgica (quando il sapere medico non era frammentato in mille pur “eccellenti” rivoli specialistici, ma esprimeva la pratica prevalente della cura del malato più che della malattia) che l'Uomo è signore della natura e non sulla natura.

Ciò è dimostrato dal fatto che la spregiudicata violazione delle regole che governano i processi naturali, ben oltre la capacità della natura stessa di assorbire e metabolizzare questo intervento, anche per uno sregolato esercizio della capacità simbolica, si ritorce contro l'uomo stesso. In questi giorni non vi è chi non prenda posizione, incluso il sottoscritto (Presidente Unione Giuristi Cattolici e Direttore esecutivo del Centro Studi Massimo Ermini) sul tema del riconoscimento pubblico dei diritti connessi ad un patto di vita stabile tra persone dello stesso sesso, in tal modo facendo emergere la vera posta in gioco, ossia la questione antropologica, il cui carattere scientifico si guardano bene dall'escludere esplicitamente anche coloro che sostengono con ogni loro energia l'integrale soggettività della percezione dell'identità personale, e declinano, come naturale precipitato logico di tutto questo, l'ammissibilità di ogni forma di regolamentazione del desiderio, ossia di quell'intima volizione che non è necessariamente iscritta nella relazione con il prossimo.

Esattamente come succede nel caso della fecondazione eterologa dove la scissione, voluta e programmata, tra le genitorialità biologica e quella naturale, risponde al desiderio di chi l'ha realizzata ma divarica drasticamente la struttura ontologica dell'essere umano che nasce il quale, sempre come amava ripetere Massimo Ermini, è l'incontro tra due persone di sesso diverso e non semplicemente tra due gameti.

Ed è proprio questo approdo che dischiude, a chi umilissimamente scrive su questi argomenti, la prospettiva di una sorta di materialismo di ritorno, che invade uno spazio nel quale proprio la civiltà, la cultura, i saperi, hanno rivelato l'uomo all'uomo, passando dalla fusione tra cellule germinali all'incontro tra persone nella loro ontologica e antropologica complentarietà psicosifica, con il risultato di far cerscere la consapevolezza verso l'identità dell'uomo sin dalla fase del suo primo concepimento, secondo quanto si ottiene dai saperi che si incontrano, in una forma anche sregolata, ma indicativa di una strutturale complessità, che non si nasconde neppure nella prima riga di un articolo che ricorre, per introdurre un pensiero a favore dell'equiparazione «dell’unione civile con il matrimonio», all'aggettivo sacrosanto, ossia lo stesso con il quale è identificato il Concilio Vaticano Secondo (Sacrosanctum Concilium) o nella legge sulla fecondazione artificiale che utilizza il termine procreazione ossia quello che, secondo l'etimoglia, della quale neanche viene contestata la scientificità, si esprime il concetto di collaborazione all'opera del Creatore.

Viene da pensare che la sensazione del progresso sociale e culturale, attraverso rivoluzioni all'insegna della soggettiva percezione dell'identità dell'uomo, possa essere viziata da un'errore di prospettiva nel quale si resta inconsapevoli dei passi indietro nell'illusione di procedere innanzi.

 

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- 8 maggio 2014

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