La bellezza e la scienza dell'uomo, come lo si può vedere anche oltre l'avanguardismo dei degli intellettuali illuministi
Per rassicurare il lettore e ribadire le ragioni del proprio impegno intellettuale; Beccaria scrive una pagina bellissima, nella quale l'illuminista enuncia il proprio ideale di conoscenza.
Scrive Beccaria: «Ma cesserà la sorpresa ed il rimprovero per chi considera che la bellezza, la bontà l’utilità hanno la più grande affinità tra di loro, e che tutti questi modi o concetti della mente nostra finiscono, in ultima analisi, nell’amore della felicità: onde la morale, la politica, le belle arti, che sono le scienze del buono, dell’utile e del bello, sono scienze che hanno una più grande prossimità anzi una più estesa identità di principi di quello che taluno potrebbe immaginare: : queste scienze derivano tutte da una scienza sola e primitiva, cioè dalla scienza dell'uomo; né è sperabile che gli uomini giammai facciano in quelle profondi e rapidi progressi, se essi non s'internano a rintracciare i primitivi principi di questa».
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Tratto da Beccaria, Ricerche intorno alla natura dello stile, in Illuministi settentrionali, a cura di S. Romagnoli, Milano, Rizzoli, 1962, p.612, citato in Pietro Verri Teorico delle Arti.