Scrivo dunque penso
Quando vedo le parole scritte davanti a me,
i pensieri si fanno subito più chiari.
Credo dipenda dal fatto
che solitamente mi affido alal vista
e che in me questo senso è più sviluppato degli altri.
Se posso vederlo,
ciò che ho appena pensato si libera,
diventa un’immagine scritta del corso dei miei pensieri
e può andare avanti a pensare.
Se scrivo a mano,
non viene fuori alcun immagine.
Dipende dalla mia zampa di gallina (figlio di medico!) e dal fatto
che la grafia per me fa ancora parte del pensiero
e non ancora della vista.
(…) (…) (…)
poi arrivarono finalmente i computer veri e propri.
La mia scrittura e quindi il mio pensiero
fecero passi da gigante,
non prima però di aver subito uno shock:
il mio primo testo sul mio primo PC Compaq
il giorno dopo era sparito senza lasciare tracce.
E così anche il corso dei miei pensieri utilizzato,
che semplicemente non voleva più riaffiorare,
come i sogni dimenticati.
[Wim Wenders – I Pixel di Cèzanne – e altri sguardi su artisti]