Scrivo dunque penso

Wenders

Quando vedo le parole scritte davanti a me,

i pensieri si fanno subito più chiari.

Credo dipenda dal fatto

che solitamente mi affido alal vista

e che in me questo senso è più sviluppato degli altri.

Se posso vederlo,

ciò che ho appena pensato si libera,

diventa un’immagine scritta del corso dei miei pensieri

e può andare avanti a pensare.

Se scrivo a mano,

non viene fuori alcun immagine.

Dipende dalla mia zampa di gallina (figlio di medico!) e dal fatto

che la grafia per me fa ancora parte del pensiero

e non ancora della vista.

(…) (…) (…)

poi arrivarono finalmente i computer veri e propri.

La mia scrittura e quindi il mio pensiero

fecero passi da gigante,

non prima però di aver subito uno shock:

il mio primo testo sul mio primo PC Compaq

il giorno dopo era sparito senza lasciare tracce.

E così anche il corso dei miei pensieri utilizzato,

che semplicemente non voleva più riaffiorare,

come i sogni dimenticati.

[Wim Wenders – I Pixel di Cèzanne – e altri sguardi su artisti]

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- 8 maggio 2014

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