Dalle staminali adulte soluzioni per vivere

A San Giovanni Rotondo avanza la ricerca che punta a fermare la sclerosi multipla

ALESSANDRA TURCHETTI

La ricerca italiana continua a produrre frutti eccellenti, con un lento ma continuo avanzamento verso traguardi applicativi.

Ci vuole tempo per passare dai test al letto del paziente ma seppur con difficoltà enormi – in primis il reperimento delle risorse finanziarie – nel nostro Paese si mettono nel mirino malattie socialmente diffuse con l’obiettivo di prendere per mano la vita delle persone. E rendere la scienza vicina, utile, amica. È il caso delle ricerche sulle terapie cellulari messe a punto da Angelo Vescovi, direttore scientifico dell’Irccs Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo (Foggia) e di Revert onlus, l’associazione nata nel 2003 per incentivare gli studi sulle cellule staminali cerebrali, con l’obiettivo di sperimentarle sul- l’uomo per terapie innovative. «Stiamo per entrare nella fase 2 del protocollo sulla Sclerosi laterale amiotrofica, quella che testa l’efficacia della cura», spiega Vescovi. «Abbiamo già definito il protocollo clinico rivedendo l’approccio iniettivo sul paziente, mancano pochi passaggi per quello neurochirurgico, poi siamo pronti a partire ».

La fase 1 si è conclusa nel migliore dei modi: «Iniziata nel giugno 2012 con il primo trapianto al mondo di staminali cerebrali umane certificate provenienti da feti deceduti per cause naturali, è terminata tre anni dopo senza eventi avversi importanti imputabili alla procedura chirurgica o alle cellule trapiantate nei 18 pazienti trattati. Questo permette di procedere con il test su un numero più grande di pazienti, dai 60 agli 80».

La sperimentazione ha visto il coinvolgimento di centri di in Italia e in Svizzera, ma non è più isolata. La tecnica messa a punto da Vescovi e la sua équipe permette, infatti, di testare le staminali cerebrali anche su altre patologie. È quanto sta accadendo per la Sclerosi multipla: dopo la richiesta all’Istituto superiore di sanità in dicembre, si lavora alla possibilità di testare le staminali neurali umane su pazienti affetti da sclerosi multipla secondaria progressiva. Lo studio durerà tre anni e, intorno alla metà di luglio, ci sarà l’audizione con la Commissione per discuterne gli aspetti.

«Questa fase non solo è necessaria ma anche molto costruttiva», puntualizza lo scienziato. «Nel seguire pienamente le normative in vigore, e dunque cercando l’approvazione dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) e in seguito quella dei Comitati etici, è possibile migliorare il progetto scientifico sotto vari aspetti quali il numero e i criteri di inclusione dei pazienti, le modalità di trapianto e altro. È obbligatorio rispettare tutte le condizioni che aumentano la probabilità di arrivare ad avanzamenti concreti. Abbiamo sempre cercato di farlo stando attenti a non creare illusioni, nel rispetto massimo dei pazienti ». L’annuncio arriva proprio mentre dal Canada arriva la notizia della scoperta della prima mutazione genetica responsabile della malattia. È in fase di valutazione un altro protocollo sui tumori cerebrali, che prevede lo spegnimento delle staminali tumorali attraverso l’iniezione di una proteina in grado di riprogrammare le cellule a uno stadio di normalità, precedentemente identificata in uno studio pubblicato su Nature nel 2006 dove si parlava di proliferazione anomala delle staminali neurali come responsabile della neoplasia. Un metodo innovativo che sarà testato a Milano, Amsterdam Monaco, Tel Aviv e in quattro cliniche americane. «Anche qui ci auguriamo di arrivare a risultati concreti così come per l’approccio multidisciplinare sulle lesioni spinali croniche su cui stiamo lavorando in parallelo – conclude Vescovi – . Stiamo operando sulla sinergia fra cellule staminali, ingegneria tissutale, rilascio controllato di farmaci, nanotecnologie ed altro per intervenire in modo nuovo sul gravissimo problema delle lesioni del midollo spinale».

 

Per la lettura integrale dell'articolo cfr.: Avvenire del 02.06.2016

 

Angelo Vescovi guida l’équipe italiana che, dopo la Sla, sta aggredendo un’altra malattia con la quale convivono migliaia di malati. «Non vogliamo creare illusioni, ma compiere tutti i passi necessari». Per arrivare a una cura che funziona

Angelo Vescovi

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- 8 maggio 2014

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