L’udienza lascia il posto alla preghiera
Il gesto di Francesco: niente catechesi, recitiamo il Rosario per le vittime
GIANNI CARDINALE
ROMA
Con un gesto che appare inedito papa Francesco ha rinviato ieri la tradizionale catechesi sulla misericordia di questi mercoledì dell’Anno Giubilare. Lo ha fatto per manifestare «dolore» e «vicinanza » ai tanti colpiti dal terribile sisma che ha squassato l’Italia centrale con un intenso momento di silenzio e preghiera. E, pensando in particolare ai tanti bambini vittime del sisma, ha recitato il Rosario assieme agli oltre dodicimila fedeli presenti in Piazza San Pietro.
«Avevo preparato la catechesi di oggi, come per tutti i mercoledì di questo Anno della misericordia, sull’argomento della vicinanza di Gesù, – ha detto il Pontefice – ma dinanzi alla notizia del terremoto che ha colpito l’Italia centrale, devastando intere zone e lasciando morti e feriti, non posso non esprimere il mio grande dolore e la mia vicinanza a tutte le persone presenti nei luoghi colpiti dalle scosse, a tutte le persone che hanno perso i loro cari e a quelle che ancora si sentono scosse dalla paura e dal terrore». «Sentire il sindaco di Amatrice dire: 'Il paese non c’è più', e sapere che tra i morti ci sono anche bambini, – ha aggiunto – mi commuove davvero tanto ».
Papa Francesco ha quindi ha voluto «assicurare a tutte queste persone - nei pressi di Accumoli, Amatrice e altrove, nella diocesi di Rieti e di Ascoli Piceno e in tutto il Lazio, nell’Umbria, nelle Marche - la preghiera e dire loro di essere sicure della carezza e dell’abbraccio di tutta la Chiesa che in questo momento desidera stringervi con il suo amore materno, anche del nostro abbraccio, qui, in piazza». Il vescovo di Roma non ha fatto mancare un ringraziamento per «tutti i volontari e gli operatori della protezione civile che stanno soccorrendo queste popolazioni ». E al termine di questa breve e intensa riflessione ha chiesto a tutti di di unirsi «nella preghiera affinché il Signore Gesù, che si è sempre commosso dinanzi al dolore umano, consoli questi cuori addolorati e doni loro la pace per l’intercessione della Beata Vergine Maria». «Lasciamoci commuovere con Gesù», ha quindi proseguito, invitando a recitare «una parte del Santo Rosario», quella dei “Misteri dolorosi”.
In mattinata il Pontefice aveva già manifestato la propria vicinanza alle popolazioni colpite dal sisma con una telefonata ad uno degli ordinari delle diocesi colpite. Ha chiamato infatti monsignor Domenico Pompili, vescovo di Rieti, che ben conosce e che negli ultimi mesi lo ha ospitato in due sue visite private. «Stamani ho ricevuto la telefonata di papa Francesco. – ha raccontato il presule al Tg di Tv2000 –. Mi ha riferito di aver sentito anche lui l’effetto della scossa, di essersi informato e di aver individuato il territorio colpito dal sisma. Mi ha inoltre detto di aver pregato durante la celebrazione della messa di questa mattina tra le 4.30 e le 5». «Il Papa – ha aggiunto – mi ha inoltre manifestato la vicinanza alla gente chiedendomi di rendere presente la sua parola di conforto e incoraggiamento, sottolineando che proprio in questi momenti non bisogna avere paura». Monsignor Pompili, che è subito rientrato da Lourdes dove si trovava in pellegrinaggio, ha rilasciato queste dichiarazioni durante una visita nei luoghi colpiti dal terremoto confidando che nonostante l’effetto «terrificante» del sisma con tante vittime anche tra bambini e adolescenti il carattere «temprato» della gente aiuti a ritrovare la strada «per rimettere in piediquesta comunità». Papa Francesco ha poi ribadito i sentimenti manifestati nel corso dell’udienza del mattino con un tweet lanciato da @Pontifex: «Esprimo il mio grande dolore e la vicinanza a tutte le persone presenti nei luoghi toccati dal terremoto». E ha voluto manifestare questa sua vicinanza anche con un gesto tangibile e concreto: l’invio in loco di una squadra dei Vigili del fuoco della Città del Vaticano.
Per una lettura integrale dell’articolo, cfr. Avvenire del 25.08.2016
E rivolgendosi alle popolazioni colpite assicura
«l’abbraccio di tutta la Chiesa che in questo momento desidera stringervi con il suo amore materno»