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Borgomanero: 23 specialisti in pensione visitano poveri e immigrati nel centro Auser

DANIELA SCHERRER

BORGOMANERO (NOVARA)

Ventitré medici specialisti in pensione, quasi tutti ex-primari e alcuni con fama ben oltreconfine, hanno scelto di proseguire nell’esercizio della loro professione mettendosi totalmente a disposizione di chi è economicamente in difficoltà e non può permettersi di pagare il ticket né tantomeno una consulenza medica privata.

È la storia del poliambulatorio di Borgomanero, in provincia di Novara, dove i volontari dell’Auser hanno offerto gratuitamente i locali e un pool di medici in gamba nelle rispettive competenze, affiancati da infermieri. Un territorio, quello novarese, dove gli immigrati si contano numerosi: solo intorno al presidio di Borgomanero ne gravitano almeno 500. «A loro, così come a tutti quanti vivevano in situazioni di disagio, abbiamo sempre cercato di dare una mano, anche qualche informazione di carattere medico – spiega la presidente di Auser Maria Bonomi – , ma il mio chiodo fisso era quello di dar vita a un ambulatorio mirato». E aggiunge: «Io ho frequentato solo le elementari, in casa eravamo sette fratelli e non ho vergogna a dire che ho vissuto realmente la povertà. Me la porto dentro ancora oggi e mi sento in dovere di aiutare chi vive situazioni disagiate». Il progetto dell’ambulatorio è nato da una stretta di mano tra Maria Bonomi e Sergio Cavallaro, chirurgo e urologo in pensione che vive a Briga, a pochi chilometri da Borgomanero e che ha subito abbracciato l’idea.

«Una persona fantastica, di grande umanità, che con il suo carisma ha saputo coinvolgere un grande gruppo di colleghi in pensione – dice Maria Bonomi –: non è stato facile, la burocrazia spesso complica la vita anziché semplificarla, ma abbiamo fiducia: da lassù qualcuno ci dà sempre un’occhiata quando siamo in difficoltà».

I ventitré specialisti garantiscono al poliambulatorio qualsiasi tipo di visita. C’è il chirurgo e il pediatra, il dermatologo e l’ortopedico, l’odontoiatra e il ginecologo. Ultimamente persino tre avvocati, un consulente amministrativo e una psicologa. E soprattutto c’è sempre un sorriso per tutti.

«Visitiamo in maniera assolutamente gratuita – spiega Cavallaro, che del poliambulatorio è direttore sanitario – senza chiedere il permesso di soggiorno o l’Isee perché il nostro compito è quello di curare. Chi sono? Immigrati ma non solo, aumentano gli italiani disoccupati e anziani che non riescono più a permettersi di pagare il ticket. Per questo ora abbiamo introdotto anche la possibilità di effettuare esami strumentali: abbiamo ecografo, holter, doppler e da poco anche l’attrezzatura per gli esami ematologici. Tutto gratuito». E su appuntamento. Le persone telefonano al centralino dell’Auser, si prenotano e la segreteria compila le liste. L’attesa è sempre molto ridotta. Come si regge la struttura? «Solo grazie alle sovvenzioni – precisa Cavallaro – contributi volontari, sostegno dell’Auser, donazioni di benefattori e bandipubblici». L’obiettivo è chiaro: integrarsi sempre più con il servizio pubblico. Già il poliambu-latorio collabora con l’asl per la lettura degli elettrocardiogrammi effettuati agli utenti delle case di riposo. «Vogliamo dare una mano a chi ha bisogno di curarsi e si trova in difficoltà – conclude Cavallaro –, ma il nostro impegno è anche finalizzato ad aiutare il settore pubblico a sgravare le liste di attesa e a liberare risorse ospedaliere altamente qualificate dai lavori di routine. E ci stiamo battendo per poter avere il ricettario regionale per prescrivere direttamente esami e farmaci, sarebbe una facilitazione per tutti a partire dai medici di famiglia». Milletrecento i pazienti visitati nel 2015 nel poliambulatorio di Borgomanero. Nei primi cinque mesi del 2016 si è già tagliato il traguardo delle mille presenze, i numeri raccontano un’attività importante e in crescita.

«Perché questa scelta? – conclude Cavallaro – Ci sembrava doveroso non tirarci indietro di fronte alle povertà emergenti. E poi il medico ha la fortuna di poter essere utile anche dopo la pensione, almeno fino all’insorgere dell’Alzheimer… perché dunque non farlo?»

Per la lettura completa dell'articolo cfr. Avvenire del 21 maggio 2016

 

Nel 2015 sono stati oltre 1.300 i pazienti presi in carico dal poliambulatorio, a maggio 2016 erano già mille L’attesa? Ridotta. E i soldi arrivano da benefattori privati

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- 8 maggio 2014

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