Il dinamico di vario tra le generazioni nella loro alternanza
EDITORIALE
CASO BERTOCCO, SPESA SANITARIA, FAMIGLIA
SENZA RETORICA
FRANCESCO D'AGOSTINO
Che nella vicenda del suicidio assistito ottenuto in Svizzera da Loris Bertocco si intreccino inestricabilmente emozioni profonde, per la tragicità delle sue sofferenze, e un’altrettanto profonda indignazione per le plateali carenze del nostro sistema assistenziale che questo caso ha portato alla luce, va assolutamente da sé, come peraltro ben emerge dai diversi editoriali e commenti che 'Avvenire' ha dedicato a questo evento.
La prima e fondamentale osservazione è che il pomposo riconoscimento del 'diritto alla salute' che emerge nella nostra Costituzione , così come in pressoché tutte le costituzioni moderne, si sta lentamente e inesorabilmente svuotando, non per la malizia o l’incapacità dei nostro governanti, ma per la forza stessa delle cose. Tutti sanno che il progresso della biomedicina, la trasformazione delle patologie acute in patologie croniche, il dilatarsi dei confini della quarta età comportano l’aumento progressivo e incontrollabile di spese assolutamente insostenibili, anche da parte degli Stati più affluenti. È ben noto che le spese per l’assistenza ai disabili (categoria in cui dobbiamo ricomprendere gli anziani non autosufficienti), quelle per garantire a tutti il ricorso a tecniche diagnostiche tanto più raffinate quanto sempre più costose, gli oneri collegati alle terapie per le malattie rare (percitare solo alcuni esempi) sono di fatto già fuori controllo e vengono subdolamente contenute con veri e propri artifici contabili (il più banale e frequente dei quali è quello di dilazionare quasi all’infinto le prestazioni di cui i malati avrebbero un 'assoluto' diritto). E, perfinire, è evidente che nessuno ha in tasca la soluzione di questioni così gigantesche.
Bisogna convincere la pubblica opinione che l’assistenza pubblica, per quanto possa, almeno in qualche ambito, rivelarsi adeguata, avrà sempre un carattere freddo e non garantirà mai del tutto la tutela della dignità degli anziani, dei disabili, dei malati gravi. Solo un contesto familiare pienamente responsabilizzato e consapevole dei suoi doveri, può garantire ai soggetti più deboli quel sostegno non solo materiale, ma psicologico e affettivo di cui essi hanno bisogno.
Nessun medico, nessun infermiere, nessuna istituzione ospedaliera potrà mai sostituire la presenza, accanto al letto del malato, di una persona cara, né potranno mai fornire quelle forme di solidarietà delle quali i soggetti più deboli sentono il massimo bisogno. Bisogna che la famiglia torni al centro delle nostre preoccupazioni, in tutte le sue dimensioni, da quella economica e sociale a quella religiosa e spirituale.
Per la lettura integrale dell'articolo cfr., Avvenire del 16 ottobre 2017.
Chirping: Occorrerebbe garantire che la naturale alternanza tra le generazioni avvenga su rette parallele anziché divaricando i percorsi esistenziali.