Slot, quando Davide a Bergamo batté Golia
Non si possono togliere poteri al sindaco
VALERIA CARELLA E MAURIZIO FIASCO
Oggi il governo incontrerà le Regioni per 'razionalizzare' quella parte dell’azzardo di Stato che ruota attorno alle slot machine di bar e tabaccherie. Più volte, e senza successo, il sottosegretario Baretta ha proposto uno scambio bizzarro: un 30% in meno di apparecchi, però da concentrare in sale attrezzate, e a condizione che i Comuni si astengano dal salvaguardare i luoghi sensibili. Ma proprio l’efficacia dei provvedimenti dei municipi, tesi a proteggere i cittadini, è quanto temono i trust industriali del gambling. Essi perdono i ricorsi al Tar quando sindaci e consigli comunali associano alle buone intenzioni un apparato di competenze tecnico-scientifiche.
È stato così a Bergamo, lo scorso 8 marzo, e il colosso mondiale dell’azzardo, il Gruppo Lottomatica, ha avuto torto in giudizio. Vale la pena di ritornarci perché si comprende quel che è a rischio con lo 'scambio'. Il Comune ha vinto perché ha acquisito sia un Report delle premesse scientifiche per l’ordinanza sindacale, e sia un regolamento, votato poi all’unanimità dal consiglio comunale. Due lavori che abbiamo svolto e che sono stati validati dal giudice collegiale. Dal metodo ricaviamo un modello vincente.
Insomma, con la partecipazione dei corpi intermedi e delle professionalità interne al Comune abbiamo fornito il conto dettagliato dei costi pesanti dell’azzardo inflazionato, ubiquitario, disturbante delle condizioni di decoro della persona. Di lì derivano motivazioni forti per intervenire sull’intero arco dell’azzardo di Stato.
Lottomatica ha mobilitato una 'regina del foro' (l’avvocato Luisa Torchia) e ha prodotto due perizie aggressive contro il Report alla base del regolamento: la prima, redatta da una cattedra della Sapienza (che ha evocato il Centro Interuniversitario Cirmpa, con mission i minori) e l’altro documento (parere pro veritate) dal noto psichiatra e volto televisivo, Paolo Crepet. Due sforzi 'arrembanti', ma poi risultati solo inopportuni. Da notare che il Cirmpa viene finanziato dalla Lottomatica. Gravi, come i lettori di 'Avvenire' sanno, le tesi addotte da Crepet: non sarebbe dimostrabile scientificamente che la dipendenza sia indotta anche da un eccesso di offerta di 'gioco'. Insomma all’azzardo ci si abitua e, dunque, non costituisce né una dipendenza né una malattia.
Una riflessione conclusiva: l’azzardo a basso costo e facile accesso si comporta come le Nsp, le Nuove sostanze psicoattive. Legali eppure ad alta tossicità. Allarmante analogia: anche per le Nsp l’Italia svetta in Europa (ultimo rapporto Espad). Eppure nella delega per il 'riordino' si parla di nuove norme anche a tutela dei minori.
Per una lettura integrale dell’articolo, cfr. Avvenire del 04 maggio 2017, VALERIA CARELLA E MAURIZIO FIASCO Slot, quando Davide a Bergamo batté Golia Non si possono togliere poteri al sindaco