Quando le cure non sono un'«ostinazione insensata»
«Proseguire le cure alla bambina». Hanno vinto la loro straziante battaglia giudiziaria i genitori di Marwa, la bimba francese di 15 mesi ricoverata da settembre, per un’infezione virale fulminante, nel principale ospedale di Marsiglia, La Timone. Qui, una riunione medica collegiale aveva deciso fin da novembre di sospendere l’alimentazione e la respirazione artificiali, innescando la reazione immediata in tribunale dei familiari.
Nel primo pomeriggio di ieri, il verdetto del Consiglio di Stato, massimo foro ammini-strativo transalpino, ha confermato la decisione pronunciata il mese scorso in primo grado dal Tar di Marsiglia: le cure prodigate alla bimba non rappresentano uno dei casi di «ostinazione insensata» citati dalla legge sul fine vita e invocati dall’ospedale per staccare la spina. Marwa resta cosciente e capace di lievi movimenti, nonostante le lesioni cerebrali.
Accanto alla richiesta d’aiuto, c’è un video che mostra in primo piano i movimenti della manina di Marwa: una sequenza che ha commosso l’opinione pubblica.
Secondo la famiglia Bouchenafa, residente a Nizza, la bimba continua pure a reagire alla voce della sorellina gemella, Safa. «Marwa ci ridà speranza migliorando quotidianamente. Ha solo bisogno di tempo», afferma il papà Mohamed nel suo appello, interpretando l’atteggiamento dei medici anche alla luce del contesto del grande nosocomio: una struttura particolarmente equipaggiata, ma anche di continuo sovraffollata per l’affluire di casi da tutto il Midi.
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Per una lettura integrale dell’articolo Cfr. Avvenire del 9 marzo 2017, DANIELE ZAPPALÀ
PARIGI, Giudici contro i medici: «Marwa deve vivere» Il Consiglio di Stato dà ragione ai genitori