Da soli si va certamente più veloci ma insieme si arriva decisamente più lontano (Antico Proverbio Africano)

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Editoriale Febbraio ClessidraIl mese di Febbraio propone, tra le altre, la festa di san Valentino, a ricordarci quando ci siamo innamorati, anche nelle molteplici occasioni in cui questo può essere, successivamente, accaduto, specie a chi ha avuto il dono di innamorarsi già da quando era molto giovane.

Eppure, si dirà, su questa festa grava l'esorbitante peso specifico delle iniziative commerciali: vero, ma ciò non vale ad oscurare quel “per sempre” che è insieme speranza e progetto, oltre che valore, della persona amata, incommensurabile tanto che neppure il tempo può bastare a misurarlo.

Insomma una festa per il valore della fedeltà.

Beninteso, l’idea di limitare ad un’acritica adesione ad un precetto astratto di obbedienza riduce assai, sino in qualche modo a neutralizzarne (nel senso etimologico del termine che allude a ciò che è reso anonimo e indefferenziato) il contenuto, e questo è il principale motivo per il quale nessuno è (ne tanto meno è legittimato a sentirsi) migliore di chi non abbia avuto la possibilità di sperimentare questo valore o abbia comunque visto terminare anzitempo una relazione di amore o di affetto.

Del resto si è innamorati di una persona, ma, in modo certamente anche diverso, lo si può essere del proprio lavoro, delle amicizie, del proprio impegno: difficile, allora, pensare di scindere l’amore dalla fedeltà ossia da quell’esperienza umana mediante la quale si àncora al presente il futuro di una relazione, varcando la soglia delle difficoltà e del cambiamento, a mano a mano (come nella splendida canzone di Rino Gaetano) che i giorni e gli anni ce li ripropongono, cominciando e ricominciando, in una crescita nella quale le nostre storie, anziché confrontarsi si intrecciano, confondendosi e generandosi l’una nell’altra.

Come si può essere fedeli se non dentro ai percorsi del cambiamento, continuo e costante, che avviene in ognuno di noi nel corso della vita, cambiamenti che, non meno, ci vengon costantemente riproposti da tutto quanto ci mettiamo a fare?

E’ lecito domandarsi come si possa restare innamorati del proprio mestiere se ci ostiniamo a metterlo a confronto con la laudatio temporis acti del lavoro che si faceva in passato, quasi che si potesse continuare a vivere in un mondo che non c’entra niente con il nostro o senza apprezzare quanto ci propone quello in cui viviamo. Né sarebbe facile comprendere come si possano coltivare relazioni senza accettarne i percorsi di vita che i nostri amici scelgono ogni giorno e nei quali ci chiedono di accompagnarli o anche solo di comprenderli.

E’ interessante, semmai, allora pensare a cosa si perde in assenza di questo grande valore: forse il rispetto, anche qui nel significato che ci restituisce la sua origine etimologica di respicere, ossia guardare indietro, che, nel trionfo del paradosso, è proprio il contenuto della fedeltà, la quale, per antonomasia, è la virtù con la quale si guarda avanti: il rispetto, un sentimento suscitato dalla consapevolezza del valore proprio di qualcuno o di qualcosa: viverlo ci porta a rimeditare e comprendere anche il nostro. E ci riporta sempre alle radici dalle quali è il frutto dell’amore e che, tenendoci avvinti a qualcuno o a qualcosa, niente affatto limitandoci, ci rigenerano costantemente.

E, senza dubbio, tutto questo è inestricabilmente complesso al punto da risultare impermeabile alle solite iniziative commerciali dalle quali, pertanto, la fedeltà resta in assoluto riparo così che, forse, è proprio il caso di tenerci stretta e di festeggiare la ricorrenza di San Valentino.

In questi giorni qualcuno ha ricordato che nella cultura africana, notoriamente segnata da limiti e difficoltà nella corso della sua storia, esiste un proverbio secondo il quale da soli si va certamente più veloci ma insieme si arriva decisamente più lontano.

Si potrebbe forse dire, magari tentando di adattare alla nostra cultura occidentale, che una persona con un cuore innamorato è più portata ad ascoltare il battito altrui che a perfezionare il proprio.

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P.S. Se ci va di ascoltare buona musica mentre leggiamo………: https://www.youtube.com/watch?v=E4tz68hyT8s

 

Rino Gaetano childRino Gaetano

 

A Mano a mano

A mano a mano ti accorgi che il vento
Ti soffia sul viso e ti ruba un sorriso
La bella stagione che sta per finire
Ti soffia sul cuore e ti ruba l'amore

A mano a mano si scioglie nel pianto
Quel dolce ricordo sbiadito dal tempo
Di quando vivevi con me in una stanza
Non c'erano soldi ma tanta speranza

E a mano a mano mi perdi e ti perdo
E quello che è stato mi sembra più assurdo
Di quando la notte eri sempre più vera
E non come adesso nei sabato sera

Ma, dammi la mano e torna vicino
Può nascere un fiore nel nostro giardino
Che neanche l'inverno potrà mai gelare
Può crescere un fiore da questo mio amore per te

E a mano a mano vedrai con il tempo
Lì sopra il suo viso lo stesso sorriso
Che il vento crudele ti aveva rubato
Che torna fedele
L'amore è tornato

Ma, dammi la mano e torna vicino
Può nascere un fiore nel nostro giardino
Che neanche l'inverno potrà mai gelare
Può crescere un fiore da questo mio amore per te

Nella Foto: Rino Gaetano da bambino

Compositori: Marco Luberti / Riccardo Vincent Cocciante

Testo di A mano a mano © Universal Music Publishing Group

 

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- 8 maggio 2014

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